Alle prossime elezioni regionali figurano diversi candidati ritenuti impresentabili, tre riconducibili all’area di Cirielli e uno a quella di Fico.
Tuttavia, al di là dei nomi ufficialmente segnalati, vi sono altri profili che destano preoccupazione per motivi meno visibili ma non meno gravi.
Condotte amministrative opache, scarsa trasparenza e una concezione del potere spesso distante dal senso di responsabilità pubblica.
L’inchiesta Dolce Vita ha messo in luce un atteggiamento comune a molti di questi protagonisti, nessun segno di autocritica, ma piuttosto una fiducia ostentata nella propria impunità.Si difendono con cavilli e eccezioni procedurali, tentando di trasformare i processi giudiziari in un terreno di scontro politico, più che in un momento di verità.
Tra i casi più discussi figura quello di Gianluca Festa, accusato di una gestione disinvolta dei beni comunali e di aver disatteso numerosi impegni assunti all’inizio del mandato.
Pur in presenza di un bilancio amministrativo controverso e intaccato dalle vicende giudiziarie, continua a godere di un seguito che sembra premiare più lo stile esuberante che i risultati concreti.
La vicenda riflette una tendenza preoccupante nella capacità di alcuni amministratori di mantenere consenso, nonostante comportamenti che mettono in discussione la credibilità delle istituzioni.
Un fenomeno che interroga non solo la classe politica, ma anche l’elettorato e il sistema dei controlli democratici.
Nicola Giordano, infatti, ci invita a pubblicizzare la propria lettera aperta al Commissario, che noi sintetizziamo così:
Avellino Città Servizi: liquidazione scelta politica, non obbligo contabile..!
L’ex consigliere comunale Nicola Giordano chiede al Commissario straordinario Perrotta, di sospendere la liquidazione di Avellino Città Servizi (ACS), società pubblica del Comune, e di aprire un confronto trasparente sulla gestione dei servizi cittadini.
Giordano ricorda che il Consiglio comunale aveva già deliberato la ricapitalizzazione dell’azienda, mai attuata, e denuncia la mancata approvazione dei bilanci 2023 e 2024 senza spiegazioni ai cittadini.
Per l’ingegnere, la decisione di liquidare ACS non risponde a ragioni tecniche ma a una scelta politica che rischia di favorire nuove esternalizzazioni, come quella contestata con Telereading, giudicata sbilanciata dall’ANAC.
Giordano conclude con un invito alla trasparenza e al rilancio della gestione pubblica, evitando di replicare le scelte dell’amministrazione precedente che hanno indebolito la capacità operativa del Comune.
RDM


